L'edificio destinato alle serre per il servizio dei giardini della Villa, denominato Orangerie nel progetto originale del Piermarini e oggi comunemente noto come il Serrone, fu costruito nel 1790, contemporaneamente alla rotonda. E' collocato nella parte meridionale sinistra dell'ala laterale vicino ai rustici dal lato delle cucine.
L'ambiente, imponente per le dimensioni (100 metri di lunghezza per 6 di larghezza e 7 di altezza fino alle travi orizzontali delle capriate), è esposto e riceve la luce da sud da una lunga serie di finestre. In esso, oltre al ricovero invernale delle piante più delicate ed in generale delle piante esotiche, in età asburgica si soleva tenervi anche spettacoli di vario genere per la Corte. L'originario pavimento in selciato è stato sostituito con il cotto naturale.
Il Serrone è collegato con la Rotonda attraverso un portone; all'epoca della sua costruzione il Piermarini affrontò il problema realizzando dei meccanismi di ingegneria meccanica, attraverso i quali faceva scomparire le porte e azionava i giochi d'acqua predisposti all'interno e all'esterno del serrone, questo perchè l'Arciduca amava molto stupire i suoi ospiti.
E' stato naugurato insieme con la Rotonda il giorno del ventennale di matrimonio dell' Arciduca Ferdinando e di Maria Beatrice Ricciarda d'Este.
Dopo i restauri intervenuti, l'edificio oggi è destinato a sede di mostre d'arte temporanee.
Il Roseto di Monza è nato nel 1964 per volontà di Niso Fumagalli, industriale e Presidente della Candy, che l'anno precedente aveva fondato l'Associazione Italiana della Rosa, di cui è stato Presidente fino alla sua scomparsa nel 1990.
Nel 1963 venne costituita la Associazione Italiana della Rosa con la finalità di estendere l'amore per la rosa e la sua coltivazione, di creare un roseto con concorsi annuali, stabilire un dialogo a livello professionale e dilettantistico in Italia e all'estero con le diverse associazioni esistenti e con tutti gli appassionati, curare la pubblicazione di un annuario.
Il 1964, vide l'inizio dei lavori per la realizzazione del roseto. Il terreno, all'interno del complesso della Villa Reale di Monza, era stato messo a disposizione dal Comune. Il progetto portava la firma di due noti professionisti: l'architetto Francesco Clerici e l'architetto Vittorio Faglia, i quali diedero vita ad un ambiente armonioso e funzionale. Il roseto, col suo terreno leggermente ondulato, il laghetto, i percorsi ben studiati per il pubblico, ha il pregio di inserirsi abilmente nel contesto circostante.
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